Non tutte le leggende sono uguali, alcune sono rimarginate da un leggero velo di mistero mentre altre sono completamente fantastiche: in quest'ultimo caso rientra la storia del Piplon e della Gesandra.
Partendo dalla piazza di Gropparello si passa per la strada che porta a Castellana prendendo poi per Groppovisdomo e Veleia e superato il torrente Vezzeno ad un tratto sulla destra si staglia per una decina di metri di altezza una roccia monolitica dal colore nero con riflessi verdiazzurri.
Questa roccia è sicuramente di un certo valore geologico ma la sua origine è più fantasiosamente spiegata dalla storia di un diavolo che si chiama Piplon, innamorato di una bionda ragazza di sedici anni che si chiama Gesandra. Rammaricato dai rifiuti di quest'ultima si presenta travestito da cavaliere a frà Gesualdo chiedendogli aiuto.
Il frate insospettito lo riempie di domande: "Perché l’elmo è così alto?" "E’ il cimiero del mio casato" (invece nasconde le corna). "Perché avete gli occhi rossi?" "Per vederci anche di notte" "Perché portate i baffi lunghi e spioventi?" "Così vuole la moda" (invece nascondono le zanne) "Perché indossate un mantello lungo e nero?" "Si usa dalle mie parti" (nasconde la coda).
L'indeciso frà Gesualdo lo invita a ripassare sette giorni dopo, giorni che il frate utilizzò per scolpire il suo volto nelle rocce del Vezzeno. Il settimo giorno il Piplon si ripresentò e strinse un patto con il frate: avrebbe sposato Gesandra se per sette anni, sette mesi e sette giorni sarebbe rimasto immobile sui dirupi al di là del torrente. Gesualdo alle sue spalle lo avrebbe osservato per constatare ogni minimo movimento del diavolo che avrebbe fatto rompere il patto.
Durante la notte Piplon si addormentò ed il frate tornò così a pregare nella sua chiesetta. Al risveglio il demone intravede il volto del frate tra le rocce e rimane fermo.
Passarono i mesi e poi gli anni finchè il tempo con il vento e la sabbia lo coprirono fino a farlo diventare roccia, quella roccia monolitica dal colore nero con riflessi verdiazzurri.
E Gesandra? Essa andò in sposa ad un giovane abile nel coltivare il besegano e rivestì di vigneti le circostanti colline.
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