Romani-Cartaginesi, rivivere la battaglia

Sulla cruenta battaglia avvenuta nel 218 a.c. tra romani e cartaginesi, si sono rinnovati gli interessi degli studiosi storici che dopo Poilbio, Tito Livio e Silio Italico cercano di porre una visione sull'effettiva svolgimento dell'evento.
Secondo Pier Luigi Dall'Aglio e Giuseppe Marchetti per meglio chiarire tale vicenda occorre inquadrare lo scenario ambientale, e bisogna farlo considerando l'ipotesi che in quel tempo il fiume Trebbia non sfiorava la città di Placentia ad ovest, bensì ad est.
Un mutamento del corso del fiume, aiuterebbe così ad incasellare con più dettagli l'avvenimento.
Scipione si accampò tra Ancarano e Rivergaro sulle prime colline, in quanto temeva i Galli e fù raggiunto in un secondo momento da Sempronio, in arrivo da Rimini.
Annibale ed i suoi si stabilirono a Canneto di Tuna e dopo un'incursione offensiva contro gli accampamenti romani volta a "spronare" il nemico, questi ultimi reagirono portandosi tra Canneto e Tuna, area in cui ebbe luogo la battaglia.
In un sanguinosissimo e violento scontro nel quale la cavalleria numida risultò più agile e veloce di quella romana, piombò a sorpresa anche Magone, fratello di Annibale (probabilmente nascosto tra Gazzola e Casaliggio) che trucidò la fanteria di Scipione e Sempronio, i quali si rifugiarono in Placentia. In tutto si contarono 15mila morti tra romani e cartaginesi.

Commenti

Posta un commento