Riporto di seguito la storia di San Rocco (fonte Wikipedia), una storia che ha nelle sue righe l'inizio di un'altra, quella di San Gottardo.
Gli agiografi non sempre sono stati concordi sulle date di nascita e di morte di San Rocco che alla luce delle più recenti revisioni biografiche, sarebbe nato fra il 1345 ed il 1350, e sarebbe morto fra il 1376 ed il 1379.
Tutti concordano che sia nato a Montpellier, in Francia, da famiglia agiata, forse i Delacroix (Giovanni e Libera), che erano tra i maggiorenti cittadini e consoli della città. Perduti i genitori in giovane età, distribuì i suoi averi ai poveri e s'incamminò in pellegrinaggio verso Roma.
Arrivato in Italia, durante le epidemie di peste andava a soccorrerne i contagiati anziché fuggire i luoghi ammorbati. Verosimilmente l'epidemia più rilevante di cui si tratta era la cosiddetta Peste Nera che intorno alla metà del Trecento devastò l'intera Europa, ma che già prima e anche dopo continuò a manifestarsi qua e là.
Aquapendente è una delle poche città ricordate unanimemente da tutte le antiche agiografie, non solo come tappa fondamentale ed irrinunciabile per qualunque pellegrino medievale diretto a Roma, ma soprattutto in quanto suggestivo luogo del primo, importante episodio della vita di san Rocco in terra italiana: l'incontro con Vincenzo nel locale Hospitale di San Gregorio, incontro magistralmente narrato da Francesco Diedo nella sua Vita Sancti Rochi (1479), è infatti diventato l’unico che possa essere paragonato, in termini di popolarità, con i celebri eventi della zona di Piacenza.
Tra i luoghi toccati durante il cammino per Roma ci sono Cesena e a Rimini (qui però verosimilmente passò non all'andata ma sulla via del rimpatrio), dove intervenne in altre epidemie, occupandosi di malati che, a volte, venivano abbandonati persino dai familiari. Molti di essi guarirono in modo miracoloso, cosa che iniziò a far emergere i carismi del nostro santo presso la gente. Giunto a Roma tra il 1367 ed il 1368, vi rimase tre anni, e qui curò, fino ad ottenerne la guarigione, un cardinale che lo presentò al papa.Anche il ritorno da Roma a Montpellier fu interrotto da un'epidemia di peste, in corso a Piacenza. Rocco vi si fermò ma, mentre assisteva gli ammalati dell’Ospedale di Santa Maria di Betlemme, venne contagiato. Allora, un po' per non aumentare il contagio e un po' per tener fede al voto di anonimato che aveva fatto come pellegrino, si trascinò fino ad una grotta (tuttora esistente, trasformata in luogo di culto) lungo il
fiume Trebbia alla periferia di Sarmato, sempre sulla via Francigena. La tradizione indica a questo punto un cane (che tanti artisti dipingeranno o scolpiranno al fianco del nostro santo) che durante la degenza di Rocco appestato provvedeva quotidianamente a portargli come alimento un pezzo di pane sottratto alla mensa del suo padrone e signore del castello di Sarmato, il nobile Gottardo Pallastrelli. Rocco, quindi soccorso e curato dal nobile signore, dopo la guarigione riprese il suo cammino. Gottardo voleva seguirlo nella vita di penitenza ma Rocco glielo sconsigliò. Gottardo divenne il primo biografo del santo pellegrino e ne dipinse il primo ritratto, tuttora visibile, affrescato nella chiesa di Sant'Anna di Piacenza.
Lungo la storia San Rocco è pure venerato quale Terziario Fancescano, al pari di san Corrado Confalonieri da Piacenza che fino al 1340 circa, proprio non molto lontano da Sarmato, si era ritirato nell'hospitio di Calendasco, presso il passo del Po lungo la Via Francigena per poi partire pellegrino e morire nel 1351 a Noto in Sicilia.
I privilegi papali concessi al Terz'Ordine Regolare nel 1475 e poi nel 1547 per l'Ufficiatura Liturgica propria di San Rocco, fanno menzione di altri più antichi documenti papali, quali quelli di Papa Onorio III e Papa Gregorio IX. Quello che avrebbe dovuto essere il ritorno a Montpellier, però, si interruppe a Voghera. Nessuno lo riconobbe, pur essendo i suoi parenti materni
di origine lombarda: scambiato per una spia, finì in carcere senza ribellarsi, e vi restò per un lungo periodo (dai tre ai cinque anni, a seconda delle biografie), fino a morire trentaduenne, nella notte tra il 14 ed il 15 agosto di un anno imprecisato tra il 1376 ed il 1379. Non morì certamente ad Angera, sul Lago Maggiore: questa località veniva indicata a causa di errori di dizione ormai definitivamente dimostrati e risolti dagli studiosi.
Commenti
Posta un commento