Guseppe Rossi fù primo piacentino brevettato a pilota d'aereo nel 1910, istruito da Umberto Cagno a Pordenone. A marzo dell'anno successivo con altri aviatori sì esibì sui cieli di Piacenza davanti gli occhi di migliaia di spettatori che a naso in sù ammiravano il primo volo degli "uomini volanti". Nello stesso anno partì per la guerra in Libia come volontario, guadaganandosi una medaglia d'argento al valor militare.
In questo periodo fù molto attivo tanto che sperimentò con Guglielmo Marconi le tramsissioni dall'aereo alla terra ferma e durante una seconda esibizione (avvenuta nel 1912) fece un volo sui cieli di Carpaneto solo per salutare la madre. Durante la prima guerra mondiale (1915-1918) diresse la scuola di idrovolanti di Taranto e nel 1916 arriva la seconda medaglia d'argento: aveva affondato un sommergibile tedesco. Finita la guerra aprì una grande officina a Bracciano dove vì costruì nel 1921 il più grande idrovolante fino ad allora mai realizzato al mondo.
Colui che fù definito dal Gabriele Annunzio nel Notturno "forgiatore d'ali umane" morì a Bracciano ma nel 1957 ma fù sepolto per sua volontà a Carpaneto.
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